Questa lettera è indirizzata al presidente del Parco Orobie bergamasche e per conoscenza al nostro giornale, in relazione all'incontro del 13 marzo scorso sul tema «Progetto strategico di potenziamento e collegamento dei demani sciabili della Val Seriana e Val di Scalve.
Egregio presidente, l'abbandono della montagna seguito dal progressivo inurbamento sono fenomeni generalizzati che interessano anche vaste aree dell'arco alpino e, come è ben evidente, sono costrette anche le nostre Valli bergamasche, fra cui la Valle Seriana e la Valle di Scalve dove tale abbandono determina conseguenze sociali, culturali, economiche e ambientali che si ripercuotono sul territorio a valle. Con questa consapevolezza pensiamo sia improrogabile la ricerca di cooperazioni e l'attuazione di azioni che valorizzino tutte le possibilità di lavoro e impiego insite nelle aree montane incentivando altresì il turismo sostenibile e la fruizione diffusa di chi troverebbe nelle nostre Orobie, tuttora ancora poco conosciute, stimoli e richiami di grande interesse per ogni specifica stagione dell'anno.
Si considera molto positivo il ruolo del Parco delle Orobie bergamasche nell'avere avviato il metodo di coordinamento, confronto e condivisione tra la Provincia di Bergamo, le Comunità montane, i Comuni e tutti i soggetti interessati al Progetto strategico di potenziamento e collegamento dei demani sciabili della Valle Seriana e Valle di Scalve, un progetto che si muove nella direzione di ammodernare e potenziare l'offerta invernale nelle valli interessate, ma presenta alcuni aspetti di criticità che a nostro avviso si ritiene vadano preliminarmente studiati e approfonditi, in particolare:
1) considerare un piano socio-economico che permetta di valutare quantitativamente gli effettivi costi e vantaggi, diretti e indiretti, che potranno derivare per gli abitanti dei Comuni interessati a fronte di vari investimenti finanziari e anche di capitale naturale.
2) Analizzare, a fianco di questo progetto di incremento dello sci alpino, altre opportunità che accrescano le attività complementari praticabili in questo comprensorio alpino nelle altre stagioni dell'anno e che prevedano un rilancio delle strutture in quota come le malghe per produrre e valorizzare prodotti gastronomici tipici, i rifugi, centri parco e siti di testimonianze del passato ancora presenti nel territorio per attività ricreative, escursionistiche, alpinistiche, sci alpinistiche, didattiche e culturali; riqualificazione dei sentieri per accedere al territorio, sia per la conoscenza che per il monitoraggio dello stesso divenendo così uno strumento di prevenzione e frequentazione del territorio in sicurezza, pianificando la manutenzione ordinaria e straordinaria, la loro segnaletica verticale ed orizzontale conformandola con le direttive regionali previste per i territori delle aree protette o di valenza ambientale; maggiore offerta delle strutture ricettive di fondovalle a basso costo, a basso impatto ambientale, quali ostelli, agriturismo e Bed and Breakfast, anche attraverso l'applicazione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione digitale.
3) Far evolvere i modelli di occupazione del passato, tenendo conto degli inevitabili cambiamenti dei complessi seminaturali e antropici, cercando di ideare e costruire soluzioni innovative che possano sviluppare, valorizzare e attirare un turismo responsabile attraverso un sistema integrato, sinergico e traversale fra i diversi settori e protagonisti economici, produttivi e sociali per coniugare le contrapposte esigenze di sviluppo turistico e di salvaguardia del territorio. Sulla base di quanto espresso, la sezione di Bergamo del Club Alpino Italiano rimane a disposizione per dare una possibile collaborazione, nell'ambito delle proprie specifiche finalità, competenze ed esperienze, ed approfondire questo progetto strategico di crescita della Valle Seriana e Valle di Scalve nell'interesse dei loro abitanti, della montagna orobica e della comunità bergamasca.
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