Trenta chilometri di piste e impianti di risalita, per creare in Alta Valle Seriana un comprensorio sciistico unificato. È il clou del Programma di sviluppo turistico delle Orobie bergamasche, frutto dell'accordo del 31 luglio del 2007 tra Comunità Montane e Provincia e ormai in dirittura d'arrivo. Ma se gli enti locali appoggiano l'iniziativa, non mancano perplessità sull'impatto delle nuove installazioni sull'ecosistema alpino. E c'è chi paventa il rischio che sulle montagne le seconde case crescano come funghi, deturpandone i suggestivi paesaggi.
I progetti tuttora in fase di valutazione - comprendono anche la riqualificazione (costo: 132,7 milioni di euro) delle terme di Sant'Omobono e di San Pellegrino. Ma ad accendere la fiamma della polemica è il versante seriano: tra gli interventi previsti, dagli itinerari per le escursioni agli “ecomusei” a tema (come quello delle fucine a Gandellino), a farla da padrone è il cosiddetto “demanio sciistico” destinato a collegare in soluzione unica gli impianti attrezzati di Colere, Valbondione e Gromo. Una sorta di “autostrada” degli sport invernali al servizio dei vacanzieri del fine settimana.
Le ricadute ambientali sarebbero potenzialmente devastanti: in Val Conchetta è addirittura previsto un traforo con tapis-roulant e seggiovie in alta quota. I delicati equilibri dei versanti montani potrebbero risultarne sconvolti: La biodiversità in Alta Valle è in serio pericolo, denuncia Paolo Locatelli dal coordinamento provinciale di Legambiente. E i punti dolenti non si esauriscono: La neve negli ultimi dieci anni è calata del 20 per cento - rimarca Locatelli, c'è bisogno ormai di quella artificiale. Raccogliere l'acqua necessaria è difficoltoso, in un'area dove la roccia è permeabile e dà luogo a fenomeni di carsismo. Investire nel turismo bianco ( si parla di 200 milioni, ndr) è francamente antieconomico. Uno sfruttamento del territorio e delle sue risorse. Di qui il sospetto che il piano possa nascondere interessi speculativi: Sorgeranno nuove seconde case - conclude Locatelli - come se non ce ne fossero abbastanza: solo a Valbondione le abitazioni dei non residenti sono il 70 per cento del totale.
Rischio di boom edilizio in alta valle? Eppure esistono vincoli ambientali e paesaggistici, su cui vigila in teoria il Parco delle Orobie. Lo stesso Ente da cui è atteso a stretto giro di posta il parere di fattibilità sul “piano neve”. Successivamente via Tasso dovrà approvare la variante al Piano territoriale di coordinamento provinciale. Ed entro fine anno, una volta rilasciati i permessi dai Comuni, i cantieri delle mega-piste potranno partire. Puntare tutto su sci e seconde case non funziona - osserva don Osvaldo Belotti, parroco degli Spiazzi di Gromo e paladino del turismo eco-compatibile. Gli impianti sono in crisi e si reggono in piedi solo con il lavoro nero. S'impone un cambio di rotta: lo sviluppo deve essere all'insegna della qualità del territorio, valorizzando le attività economiche tipiche anche attraverso gli agriturismi. Ma i giovani stanno fuggendo da boschi e pascoli, perché non vedono prospettive.
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