La stagione dell'alpeggio è ormai prossima e gli allevatori si stanno preparando ad affrontare la secolare pratica della monticatura estiva che li vedrà, insieme alle loro mandrie di bovine, in quasi totale isolamento. Ci sarà, è vero, qualche passaggio di escursionisti o la visita di qualche buongustaio che vuole arrivare direttamente alla fonte per gli acquisti degli squisiti latticini dai sapori particolari. Ma saranno, queste visite, solo nel fine settimana, sempre che la meteorologia sia favorevole. Altrimenti per l'alpeggiatore sarà silenzio, rotto soltanto da qualche muggito o dal tontonare del campanaccio della batidura, ovvero la bovina dominante nella mandria, oppure ancora lo stridio dell'aquila che solca il cielo. Ma quando piove e la nebbia incombe sulla montagna e uomini e bestie diventano fantasmi? Allora l'alpeggiatore è solo, lui e i pochi familiari che lo hanno seguito in alpe per condividerne la fatica, per tener unita la mandria quando il tuono la disperde, per mungere e fare il formaggio, per tante altre incombenze di una giornata che non finisce mai. Poi, a sera inoltrata, finalmente, ci si butta in branda, si riposa e si pensa a casa e agli amici. Così ogni estate. Da secoli.
Per loro, per i capimalga e con particolare attenzione ai ragazzi coadiuvanti detti fame, all'incirca mezzo secolo fa il compianto maestro Pio Rodigari di Valbondione ideò la Festa dell'alpeggiatore che per anni si svolse direttamente sugli alpeggi: la Messa nel grande santuario della natura montana, la distribuzione di qualche oggetto d'uso ai famei, un pasto frugale in malga. Da alcuni decenni questa tradizione si è fatta stanziale, è stata fatta propria dalla parrocchia della Santissima Trinità di
Zorzone di Oltre il Colle che organizza questo momento con un comitato composto da Sperandio Colombo, Lino Palazzi e Ignazio Carrara. È stato così anche quest'anno, in vista della salita ormai prossima, entro fine mese, agli alpeggi.
Ha celebrato la Messa il parroco don Manuel Lodetti che all'omelia ha sottolineato il particolare rapporto dell'alpeggiatore con Dio. Poi il convivio al centro parrocchiale. Davanti a un fumante piatto di polenta cunsa gli alpeggiatori hanno conversato tra loro e con gli amici ospiti: di esperienze personali, del quotidiano dell'allevatore, delle problematiche del settore emerse negli interventi di saluto di Sperandio Colombo, del vicesindaco Marcello Tiraboschi e del consigliere Paolo Maurizio, del sindaco di
Dossena Franco Zani, di Carlo e Fabio Bonzi del comitato agricolo, sempre di Dossena, di Giulio Campana che ha rappresentato l'assessore provinciale all'Agricoltura Luigi Pisoni.