Val Brembana
Neve a peso d'oro, la stagione parte in rosso

Poche piste aperte, perdite stimate oltre il 40%.
Gli esercenti: valuteremo se chiedere lo stato di calamità
(L'Eco di Bergamo - 09/01/2007)
La neve che non è caduta dal cielo, a stento l'hanno portata lance e cannoni. A tenere fermi molti impianti di innevamento artificiale e chiuse gran parte delle piste delle stazioni sciistiche, proprio mentre alberghi e seconde case facevano registrare il tutto esaurito, sono state le temperature troppo alte. Un inizio stagione che se ne va nel cassetto con il segno negativo. Al punto che qualche operatore è pronto a chiedere lo stato di calamità. Unica eccezione Colere . "Siamo in controtendenza - dice Paolo Vigani, responsabile sportivo per la stazione scalvina - tanto che gli impianti sono aperti regolarmente, tutti i giorni. Grazie all'alta quota delle piste abbiamo potuto sfruttare la neve caduta un mese fa senza dovere ricorrere all'innevamento artificiale che, tra l'altro, le temperature non avrebbero nemmeno consentito di attivare. Siamo contenti e, rispetto al quadro generale, più che soddisfatti".

Una voce fuori dal coro se si pensa a Lizzola dove si tornerà a sciare il 12 gennaio, al Monte Pora con due impianti aperti su nove, agli Spiazzi di Gromo dove si riesce a offrire il 30% rispetto alle potenzialità del circo bianco. E la situazione si ripete a Borno , stazione bresciana che fa parte di Orobie Skipass, dove sono aperti tre impianti su sette e dove da sette giorni non si spara nemmeno neve artificiale. Anche il comprensorio di Valtorta - Piani di Bobbio lamenta un calo di sciatori rispetto all'anno scorso del 15%. "Del resto - spiega il direttore della stazione, Danilo Scaioli - avevamo avuto una stagione eccezionale: apertura già dal 3 dicembre con oltre un metro di neve. Quest'anno siamo partiti il 16 sulla sponda lecchese e il 26 a Valtorta. Qui siamo riusciti ad aprire la pista Tre Signori con la neve programmata, ma viste le condizioni meteo ora i cannoni sono fermi". In Valle Brembana i numeri complessivi su tutto il comprensorio, per quel che riguarda lo sciatore di passaggio, indicano un calo di oltre il 40 per cento medio rispetto allo scorso anno. "Ma - dicono a Bremboski, che comprende Foppolo , San Simone e Carona - Carisole - bisogna considerare che non si è sciato nel lungo ponte di Sant'Ambrogio e che questo Natale passerà alla storia per la mancanza di neve su tutto l'arco alpino, con temperature notturne che non hanno mai permesso di sparare la neve". "Una malattia comune" dice Angelo Testa degli impianti agli Spiazzi di Gromo. "Una situazione anomala che abbiamo dovuto accettare tutti", ribatte Lorenzo Pasinetti, responsabile delle stazione Monte Pora-Presolana. E molti i costi, per dare allo sciatore la possibilità di calzare sci e scarponi.

Un primo punto sulla situazione lo fa Pietro Magnolini, presidente dell'Anef (associazione nazionale esercenti funiviari) e responsabile del comprensorio sciistico di Borno: "Ci troviamo in una fase particolare con l'assenza totale di neve e l'impossibilità di produrla artificialmente per le alte temperature. Le piccole e medie stazioni si trovano in difficoltà gravissime e stanno vivendo un momento di crisi molto pesante. Nei prossimi giorni decideremo quali richieste portare alle Province e alle Regioni perché ci aiutino a fare fronte a questo grave danno. C'è chi propone di chiedere lo stato di calamità naturale. Non so se arriveremo a questo, ma faremo proposte che portino aiuto e sostegno alle stazioni in seria difficoltà, perché siano messe nelle condizioni di poter lavorare".

La poca neve garantita ha pesantemente gravato sulle tasche delle stazioni sciistiche. I costi di acqua, pompaggio, energia, manodopera sostenuti hanno inciso non poco sui primi bilanci. "Il costo di produzione della neve artificiale - prosegue Magnolini - è, in media, di 2,5 euro al metro cubo. A questo costo, che comprende l'ammortamento dell'impianto e le spese energetiche, bisogna aggiungere quello del battipista e del personale. Tutte le stazioni sono ormai dotate di impianti di innevamento artificiale che coprono una buona parte del demanio sciabile, ma quest'anno le temperature non hanno consentito di usarli nel pieno delle loro potenzialità lasciandoci tutti al palo. E là dove si è sparato c'è stato un lavoro lunghissimo di manodopera, di continua battitura, per avere una buona neve. Con costi molto alti".

"Non abbiamo ancora il bilancio definitivo delle 35 stazioni lombarde che fanno capo alla nostra associazione - conclude Magnolini - ma dalle prime somme non credo, ad eccezione di Colere o dei grandi comprensori come Ponte di Legno-Tonale che ha segnalato un incremento del 16,3% rispetto alla scorsa stagione invernale, che ci siano perdite al di sotto del 40-50 per cento. Per qualcuno si è arrivati anche all'80 per cento in meno rispetto al Natale scorso".


A Foppolo ci si consola con la piscina per bremboski relax e tuffi

Un Natale senza neve, con un calo di oltre il 40% medio per le stazioni sciistiche di Bremboski e la preoccupazione per il risultato economico che rischia di non far decollare tutto il comprensorio. Ma anche una grande soddisfazione: l'ottima organizzazione dei servizi offerti ai turisti che dal 28 dicembre fino all'Epifania hanno affollato l'alta Valle Brembana facendo registrare il tutto esaurito. "Da segnalare - dichiarano da Bremboski - il buon successo nell'organizzazione dei servizi: le scuole di sci alta Val Brembana, che hanno la sede a Foppolo e a Carona, Foppolo90 e San Simone, oltre alle due scuole di snowboard con maestri specializzati che, malgrado la situazione, hanno lavorato al meglio. I due "asilo neve" che hanno impegnato i maestri soprattutto nelle ore più calde e i Kinderheim delle tre stazioni sempre in attività. Tutte le lezioni di sci si sono svolte regolarmente su un manto nevoso che ha permesso di sciare in tutta sicurezza tanto che non si sono verificati particolari incidenti". Anche nel comprensorio di Bremboski la neve artificiale è stata prodotta quando lo hanno consentito le temperature e le piste sono state tenute battute nella notte.

Tra i servizi, lo sci di fondo in notturna con la pista del Convento di Foppolo, illuminata nelle ore serali, che ha consentito di ammirare tutta la valle illuminata dalle luci del Natale. Vero boom di presenze per la piscina "La Peghera", aperta il 26 dicembre. "È stata fatta un'offerta - affermano a Bremboski -: con un solo biglietto di ingresso è stato consentito l'uso di piscina, sauna, solarium-relax, bagno turco, docce aromatiche e idromassaggio in grotta. I bambini e le famiglie hanno avuto più agevolazioni, come gli ospiti di hotel e appartamenti, i turisti stranieri inviati dalle agenzie e le associazioni del territorio". Per chi non ha voluto prendere l'auto, il bus della neve Milano-Foppolo che per tutto il periodo natalizio ha funzionato quotidianamente e che adesso, fino a Pasqua, sarà in servizio ogni fine settimana. Il comprensorio è stato collegato da due navette che hanno consentito agli sciatori di spostarsi da Foppolo a San Simone, a Branzi, a Carona, con corse in partenza ogni 15 minuti. Adesso si attendono i vacanzieri delle settimane bianche: arriveranno da Inghilterra e Repubblica Ceca. La stazione che ha invece registrato tutti segni positivi, dalle presenze all'organizzazione dei servizi, è la bresciana Ponte di Legno-Tonale del comprensorio Adamello Ski: da martedì 27 dicembre a domenica 7 gennaio sono stati staccati 56.010 skipass, con afflussi record il 31 dicembre e il 3 gennaio. Negli stessi giorni la nuova seggiovia che collega Ponte di Legno al Tonale ha raggiunto quota 138.587 passeggeri. Da domenica è aperta anche la pista Paradiso, mentre resta chiusa per assenza di neve la variante che collega la pista del ghiacciaio alla Tonalina-Pegrà.


Mai visto, sulle Orobie fioriscono le margherite

Mai però si sarebbe immaginato di ritrovarsele di fronte in una veste molto simile, e per di più con qualche fioritura, in pieno inverno. Invece eccole lì le margherite "di Natale": sono spuntate, un paio di settimane fa, sulle pendici dell'Arera, nei pressi della Capanna 2000, a piccoli ciuffi manco fosse aprile e con un tappeto verde che sembrava un pascolo prima della fienagione. Scherzi dell'inversione termica. Scherzi di questo clima che sta facendo impazzire i meteorologi di mezzo mondo. E un po' sta facendo diventare matto anche lui, l'"ambasciatore delle Orobie", così come Agazzi è stato ribattezzato dal Cai di Bergamo per evidenti meriti sul campo. Perché questo scalatore trentaseienne cresciuto a pane e pallone per vent'anni e, da oltre 15, assorbito dalla passione per l'alpinismo in chiave locale, d'inverno è abituato a tenersi in forma per le avventure estive con pelli di foca e sci; quest'anno invece è stato giocoforza continuare a camminare: "Dalla scorsa primavera - dice - non ho mai smesso un giorno". E cammina oggi cammina domani, l'autunno si è fatto inverno senza però la consueta cornice di neve e gelo.

"L'indice di questa anomala stagione - spiega l'alpinista bergamasco - è la Grigna, dove mi alleno soprattutto nei mesi più freddi (in tutto l'ha salita 230 volte in tre anni, ndr), perché rappresenta comunque una montagna a portata di mano. In questo periodo è solitamente carica di neve, grazie anche alla vicinanza col lago e al particolare microclima che ne consegue. Nelle ultime settimane invece l'ho salita praticamente senza ramponi e, considerate le temperature, anche in maglietta". Già le temperature. Strano davvero il termometro di dicembre e gennaio. Parti da Bergamo con due, tre, quattro gradi e arrivi in cima al Tre Signori o al Coca che ce ne sono come minimo il doppio. "Fino a un paio di settimane fa - ribadisce Agazzi - propri sul Pizzo dei Tre Signori si moriva dal caldo. Quindici gradi e anche di più. L'inversione termica, tipicamente autunnale, si sta protraendo oltremisura da almeno tre mesi. Il risultato sono le margherite sull'Arera, ma anche altre fioriture in Valle d'Inferno e, più in generale, una vegetazione poco invernale: tante foglie sugli alberi, boschi ancora carichi di tonalità autunnali e un verde anomalo sui pascoli". Anomalia nell'anomalia, una volta tramontato il sole le temperature possono precipitare anche di 15 gradi e sottilissimi strati di ghiaccio in grado di trasformarsi in micidiali e invisibili lastre. "L'unico aspetto che ti fa capire in che stagione siamo - conclude Maurizio Agazzi - è il silenzio. Nessun animale, a parte qualche camoscio e qualche stambecco solleticato dalle temperature più elevate. Quasi nessun escursionista naturalmente. Solo le nostre belle Orobie". Orobie da ferragosto.


Salti e acrobazie, i maghi dello snowboard incantano Foppolo

FOPPOLO. L'evento che ha tenuto banco sabato a Foppolo ha confermato l'immagine di una stazione attiva, attenta soprattutto ai gusti delle nuove generazioni. Il piazzale degli alberghi di Foppolo, illuminato a giorno, si è popolato di una scatenata tribù di "railers", gli spericolati atleti che sullo snowboard sanno fare prodigi. La manifestazione, il "Motor rail contest", è un evento nazionale che ha richiamato nella stazione brembana atleti di alta qualità, desiderosi di mostrare la loro abilità agli occhi incuriositi del numeroso pubblico dietro le transenne. A Foppolo ore 16.30 hanno preso il via le operazioni di training, con il riscaldamento degli atleti che hanno provato la pista di Foppolo e le strutture predisposte per i salti. Assai impegnativo è stato il lavoro di preparazione che ha occupato il giorno precedente e la mattinata di sabato. Su uno spazio innevato artificialmente, nella fase terminale della pista della Quarta Baita di Foppolo, si è provveduto alla preparazione della pista. A guidare il gatto delle nevi di Foppolo, fino a tarda notte, ci ha pensato Massimiliano Petrucci, di Piazzatorre, che già aveva mostrato la sua perizia alle Olimpiadi di Torino. Con l'ausilio di un elicottero sono state trasportate le tre pesanti ringhiere in acciaio e le strutture sulle quali i "railers" hanno costruito le loro evoluzioni.

Quindici erano gli atleti che a Foppolo, a ritmo incalzante, venivano trascinati dalle motoslitte fino alla linea di partenza, posta un centinaio di metri sopra il piazzale d'arrivo. Dopo il riscaldamento, è iniziata la fase delle qualificazioni. Per circa mezz'ora di "free session" gli snowboarder hanno cercato di conquistare il favore della giuria e solo sei di loro sono passati alla finale. Questi hanno ripreso le evoluzioni e i salti, divertendo il pubblico di Foppolo in un'esibizione di velocità, destrezza ed equilibrio. Al termine della gara i giudici hanno decretato la vittoria per Tato Chiala, di Ivrea, noto a livello internazionale. Al secondo posto si è piazzato Filippo Crudeli, di Bormio, anche lui più volte campione in importanti manifestazioni. La terza posizione a Foppolo è stata conquistata da David De Palma. Un premio particolare per il miglior salto, il "best trick" in termine tecnico, è andato a Ludo Vanoli. Le premiazioni si sono svolte nello "Sheddrunk", il locale aperto questa stagione per l'aperitivo "après ski" a Foppolo.

La festa è continuata fino a sera, con lo staff dello "Shed park" e della Shed school di Foppolo, organizzatori dell'evento. La manifestazione di Foppolo è stata resa possibile dall'apporto di importanti sponsor e dalla collaborazione tra Bremboski e gli operatori della stazione. La mancanza di neve naturale non ferma quindi il programma di iniziative nel comprensorio di Foppolo Carona e San Simone.


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