Val Brembana
Nuove aree protette, ma lo sci va salvato
altri 29 mila ettari tutelati. Regione e Provincia in campo per garantire lo sviluppo dei nuovi impianti SKI
(L'Eco di Bergamo - 24/02/2007)
Il potenziamento e il rilancio dei comprensori sciistici delle Orobie bergamasche, uno dei punti chiave dello sviluppo turistico del nostro territorio bergamasco, potrebbe incontrare ostacoli imprevisti. Tutto è legato all'obbligo, non più derogabile, di ampliare le Zps, vale a dire le Zone di protezione speciale. Queste nuove aree protette devono entrare in vigore entro il 28 febbraio pena, per la Regione Lombardia, una multa da parte dell'Unione europea di duecentomila euro al giorno, tutt'altro che noccioline. Per non incorrere nella sanzione, il Pirellone sta dunque disegnando le nuove mappe della protezione ambientale: in Bergamasca l'ampliamento delle Zps deve essere di circa 29 mila ettari e va inserito in spazi già in linea di massima delineati, anche perché si tratta di aree create per proteggere alcune specie di uccelli a rischio di estinzione, come l'aquila reale. Ebbene questi spazi si sovrapporrebbero in parte anche a quelle aree individuate per ampliare i comprensori sciistici dell'alta Valbrembana e della Val di Scalve, che diverrebbero zone "tutelate".

Cosa vuol dire tutelare? Il nodo sta proprio qui: tutelare potrebbe voler dire, secondo l'interpretazione più allarmistica, stop alle seggiovie o agli ski-lift che, nei progetti orobici, hanno il compito di collegare gli impianti già esistenti delle due vallate per offrire al turista due comprensori variegati e appetibili. A dire il vero non è automatico che in una Zps non si possa allestire un impianto di risalita, anzi. Oggi come oggi (Zone a protezione speciale sono già presenti in Bergamasca) la normativa non è così restrittiva, semplicemente obbliga a verificare che l'impatto ambientale degli interventi previsti non comprometta l'ambiente. Ma c'è una novità: la Finanziaria 2007 ha stabilito che sarà il ministero dell'Ambiente a definire (entro il 30 marzo) i criteri della gestione di queste nuove aree protette, ragion per cui nulla viene dato per scontato nel senso che in teoria il ministero potrebbe restringere le possibilità di creare nuove piste di sci.

Il timore che le Zps vadano a bloccare i progetti di sviluppo ha spinto il presidente della Provincia Valerio Bettoni a confrontarsi urgentemente con tutti i consiglieri regionali, insieme all'assessore regionale all'Ambiente, il bergamasco Marco Pagnoncelli. Obiettivo: cercare una soluzione che non comprometta il rilancio dello sci e quindi di tutto il turismo montano. "L'istituzione delle nuove Zone di protezione speciale non è compito della Provincia" ha specificato Bettoni che su questo tema intanto ha anche inviato una lettera al presidente del Pirellone Roberto Formigoni come richiesta di aiuto e collaborazione. L'incontro sembra aver registrato un'intesa generale: tutti sono d'accordo sul fatto di non mettere a rischio le fasce di territorio su cui si punta per il turismo invernale. Per questo da via Tasso, che ben conosce i progetti di ampliamento delle piste valligiane, è stata imbastita una ipotesi che renda compatibili le Zps e i territori con tali prospettive. Ipotesi che la Regione dovrà verificare. Naturalmente non è possibile ridurre la quota di Zone a protezione speciale assegnata alla Bergamasca: 29 ettari devono essere e tali saranno. Deciderà tutto, per la terra orobica come per altre realtà lombarde obbligate a istituire queste Zone (Brescia e Sondrio), la riunione di Giunta del Pirellone in programma per mercoledì 28. Anche se l'assessore Pagnoncelli si mostra molto tranquillo: "Sono stato io - commenta - a segnalare la necessità di una valutazione più precisa in modo da evitare sorprese in futuro. Ma non ci deve essere una preoccupazione eccessiva perché sulle Zps si può realizzare un impianto per lo sci. Le regole ci sono già".

Anche i consiglieri regionali preferiscono essere certi che le aree di tutela non combacino con quelle delle seggiovie. "C'è un contenzioso in atto contro la Finanziaria su tale tema - spiega Pietro Macconi, An - perché è anticostituzionale scavalcare le Regioni in questi casi. Perciò il codicillo che coinvolge il solo ministero per la definizione dei criteri nelle Zps, andrebbe contro la Costituzione. È anche vero però che nessuno può escludere il rischio di un inasprimento delle normative sugli insediamenti nelle Zps". Meglio prevenire, insomma, come conferma il leghista Daniele Belotti: "Non possiamo mettere in pericolo quelli che sono gli obiettivi economici delle nostre valli Bergamasche". Anche il diessino Beppe Benigni dall'opposizione concorda: "Fermo restando il fatto che la direttiva dell'Unione europea va rispettata perché giusta, vediamo di tutelare insieme all'ambiente anche il nostro turismo bergamasco".


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