La strada, per i benzinai di montagna, è sempre più in salita. Lo dimostrano i dati del Pirellone, l'aveva detto una rilevazione sui prezzi effettuata da L'Eco un paio d'anni fa, lo confermano i numeri sulle autorizzazioni o concessioni ritirate dai Comuni nel tentativo di tenere attivi alcuni impianti. Ma partiamo dalla classificazione della Regione che, nell'ultimo atto cognitivo sugli impianti di carburante, messo a punto al termine del 2005, qualifica i bacini territoriali di ogni provincia come deficitari, in equilibrio, eccedentari (con troppi distributori). E l'unico comparto orobico deficitario, quindi dove i benzinai sono pochi e ben sotto le aspettative dell'utenza è quello di Albino, definizione con la quale la Regione indica tutte le valli, Seriana, Brembana e Imagna. Quella delle valli bergamasche è tra le cinque aree (su 25) lombarde considerate deficitarie per la rete di carburante, con quelle di Luino (Varese), Menaggio (Como), Sondrio, tutte e tre in montagna, alle quali si aggiunge la città di Pavia con il suo hinterland. Sembra quindi che le stazioni di servizio offrano sempre meno possibilità di guadagni in valle, a conferma di quanto hanno affermato in passato diversi gestori: molti abitanti di montagna si spostano a Bergamo per lavoro e preferiscono fare benzina in città, magari al self service; i litri di benzina che si comprano molto spesso restano nelle pompe e a volte bisogna coprirsi le spalle ritoccando i prezzi; e infine, le compagnie petrolifere sono sempre meno disposte a fare viaggi lunghi e difficili lungo le valli con le loro autocisterne.
Ecco perché, in passato, nel momento in cui diverse società non ritenevano più conveniente mantenere le proprie autorizzazioni regionali per far gestire distributori in valle, o intervenivano i Comuni, oppure erano i privati a comprare le autorizzazioni, continuando a gestire le stazioni in «extra rete», ovvero senza legami con specifiche compagnie petrolifere. È successo ad esempio a Gandellino , dove una famiglia di storici gestori ha ritirato le autorizzazioni per il proprio impianto, che gestisce direttamente. Non è nemmeno un caso che in situazioni difficili i
Comuni bergamaschi siano intervenuti soprattutto in montagna. Nei propri elenchi, infatti, la Regione parla di autorizzazioni per impianti di carburante concesse agli enti locali in otto paesi: Ardesio, Cene, Costa Valle Imagna, Selvino, Valbondione,
Valleve, Chignolo d'Isola e Castel Rozzone. Ma è anche un altro il fattore che rischia di snellire sempre più la rete di distribuzione montana: le autorizzazioni ad aprire nuovi impianti per le compagnie petrolifere sono bloccate. Le società hanno quindi tutta la convenienza a «girare» le autorizzazioni disponibili in luoghi più convenienti, ad esempio un autogrill in autostrada, eliminando quelle che fruttano poco.