Cardamine

Cardamine hirsuta

in dialetto è conosciuto come Cressùr

Pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, chiamata anche erba da minestra o crescione dei prati; vegeta nei campi incolti, lungo i muri e in zone umide fino a 1500 mt. Il fusto è epigeo, ascendente e piuttosto ramoso dalla base. Le foglie basali sono pennatosette e riunite in rosetta, mentre le foglie cauline sono più piccole. I fiori, di colore bianco, sono alla fine degli steli e sono riuniti in grappoli. Il frutto è una siliqua lineare (molto più lunga che larga) avvicinato al fusto che spesso “esplode” appena sfiorato lanciando intorno i propri semi. Il nome del genere deriva dal greco ‘kárdamon’, crescione, perché molte specie ricordano nell’aspetto e nel profumo, il crescione d’acqua che appartine invece al genere Nasturtium. Pianta menzionata già da Dioscoride come erba dei luoghi umidi con sapore di nasturzio. L’epiteto specifico dal lat. ‘hirsutus, -a, -um’, allude alla presenza di peli. Cardamine hirsuta L. ha proprietà simili al congenere C. pratensis L. Contiene composti organici solforati ricchi di vitamine e sali minerali per cui ha effetti vitaminizzanti, espettoranti, antiscorbutiche, diuretici, ricostituenti, antianemici e antireumatici; veniva utilizzata dalla medicina popolare contro la perdita dei capelli. Si utilizzano le rosette basali e le foglie tenere lungo il fusto, che si raccolgono da febbraio a fine giugno, anche quando sono presenti i fiori o i frutti (siliquette). Si usa cotto insieme ad altre erbe, per zuppe e minestre, e crudo nelle insalate. La pianta, della stessa famiglia delle saporite rucole e crescioni, è sì piccante ma anche dopo la cottura, a differenza della rucola che diventa insipida, mantiene il suo caratteristico sapore.

Repertòre di èrbe e piante bergamasche de mangià (tratto dal libro “Profumi e sapori di un tempo”, a cura di Cristian Bonaldi con la consulenza di Bonaldi Ruggero e Innocenti Maurizio – Corpo Forestale dello Stato).