Camomilla

Matricaria chamomilla

in dialetto è conosciuto come “Camòméla”

Otto Wilhelm Thomé: Flora von Deutschland, Österreich und der Schweiz (1885) – Permission granted to use under GFDL by Kurt Stueber. Source: www.biolib.de Permission is granted to copy, distribute and/or modify this image under the terms of the GNU Free Documentation License, Version 1.3 or any later version published by the Free Software Foundation; with no Invariant Sections, no Front-Cover Texts, and no Back-Cover Texts. A copy of the license is included in the section entitled “GNU Free Documentation License”.

Pianta erbacea annuale della famiglia delle Asteraceae che cresce spontaneamente nei prati ed in aperta campagna, non oltre gli 800 metri; diventa spesso invadente comportandosi come pianta infestante delle colture agrarie. Il ciclo di vegetazione è primaverile-estivo, con fioritura in tarda primavera e nel corso dell’estate. Il nome deriva dal greco chamàimelon, parola formata da chamài, “del terreno” +melon), “mela” per l’odore che somiglia a quello della mela Renetta; questa derivazione è conservata nel nome spagnolo “manzanilla”, da manzana, che significa “mela”. Il nome del genere, Matricaria, proviene dal latino matrix, matricis, che significa “utero”, con riferimento al potere calmante nei disturbi mestruali. La “Matricaria chamomilla” è conosciuta fin dai tempi più antichi: già gli antichi egizi ne conoscevano le sue proprietà. In passato i fiori di questa pianta venivano usati come tabacco da pipa. Il principio attivo più importante della camomilla è l’essenza, i cui componenti fondamentali sono l’azulene (antinfiammatorio) e il bisabololo (calmante); la pianta contiene anche flavonoidi e cumarine, oltre ad un principio amaro tonificante; questa pianta esercita molti effetti tra cui: calmante e antispasmodico per sedare gli spasmi dello stomaco e dell’intestino e nella cura di ogni tipo di coliche, specialmente quelle renali e biliari; tonico intestinale e carminativo, consigliato a chi soffre di gas in eccesso, perché ne favorisce l’espulsione (l’azione della camomilla consiste nel regolare il funzionamento dell’intestino); eupeptico in quanto la pianta è indicata, come tisana, in caso di indigestione o di digestione pesante, calma la nausea e il vomito e stimola leggermente l’appetito; emmenagogo: stimola la funzione mestruale, normalizzandone la quantità e la periodicità e allevia inoltre i dolori mestruali; febbrifugo e sudorifero infatti si consiglia a chi ha la febbre, soprattutto ai bambini, perché fa abbassare la temperatura e stimola la traspirazione; analgesico: calma i dolori di testa e alcune nevralgie; antiallergico in quanto riesce a moderare le reazioni allergiche, come l’asma, la rinite e la congiuntivite allergica; cicatrizzante, emolliente e antisettico: per uso esterno dà buoni risultati per lavare ogni tipo di ferite, ulcere e infezioni della pelle inoltre l’infuso di camomilla costituisce un ottimo collirio per fare lavaggi oculari in caso di congiuntivite o di irritazione oculare e si utilizza anche come antinfiammatorio, in impacchi, per eczemi, eruzioni e altre malattie della pelle. I lavaggi anali con l’infuso decongestionano le emorroidi; antireumatico: l’olio di camomilla si utilizza per fare frizioni in caso di lombaggine, di torcicollo, di dolori reumatici e di contusioni.

Altre applicazioni della camomilla le troviamo contro gli insetti, infatti la camomilla in bustine, posta negli armadi, allontana tarme e altri insetti; aggiungendo l’infuso, un po’ concentrato, all’acqua potremo fare un bagno rilassante; sono note anche le proprietà nutrizionali della camomilla rispetto ai capelli e rispetto al cuoio capelluto; si utilizza anche per schiarire i capelli biondi che con il tempo tendono al castano. Forse non tutti sanno che è utile per le piante. Infatti il suo infuso è capace di accelerare la fermentazione delle sostanze organiche per cui si può preparare in un angolo del proprio giardino un fertilizzante naturale mescolando terriccio, residui organici della cucina e del giardino e mescolando il tutto con l’infuso di camomilla. L’infuso si prepara con 5-10 g di infiorescenze in 1 litro d’acqua (circa 5-6 infiorescenze per tazza): se ne prendono da 3 a 6 tazze calde al giorno. Per uso esterno si preparano fino a 50 g di infiorescenze in 1 litro di acqua, si lascia riposare per 15-20 minuti e si filtra con cura prima di usarlo per lavaggi e impacchi. Per le cuoche ho da suggerire questa antica ricetta semplice da preparare quanto efficace come digestivo: in un litro di vino bianco secco (di buona qualità) si pongono a macerare, per due giorni, cento grammi di fiori, poi si filtra il liquido e lo si conserva in una bottiglia ben chiusa. Un bicchierino dopo il pasto principale sarà un toccasana. La “Matricaria chamomilla” fornisce anche un té più dolce e delicato rispetto a quello preparato con “Anthemis nobilis” che rimane più amarognolo. E’ usata nelle confetture, nelle caramelle, nei gelati, nelle gomme da masticare e nell’industria dolciaria in genere e per aromatizzare i liquori quali ad esempio il vermouth.
Repertòre di èrbe e piante bergamasche de mangià (tratto dal libro “Profumi e sapori di un tempo”, a cura di Cristian Bonaldi con la consulenza di Bonaldi Ruggero e Innocenti Maurizio – Corpo Forestale dello Stato).