Biancospino

Crataegus monogyna

In dialetto è conosciuta come “Seresöi”

Il biancospino è un arbusto, o piccolo albero, molto ramificato e dotato di spine appartenente alla famiglia delle Rosacee. Con il biancospino, simbolo di speranza ma presagio di morte, si incoronava la regina delle feste di maggio. Il suo habitat naturale è rappresentato dalle aree di boscaglia e tra i cespugli, in terreni prevalentemente calcarei. Vegeta a quote comprese tra 0 e 1.500 metri. Le foglie sono verde scuro, glabre, coriacee e profondamente lobate. Nella tarda primavera compaiono i fiorellini bianchi, sfumati di rosso e dolcemente profumati. Dalla tarda estate fino all’autunno sui rami compaiono le bacche rosse, che contengono il vero frutto ricco di vitamina B1, B2, C, sostanze zuccherine, Sali minerali, acido malico responsabile del sapore acidulo. Le virtù curative del biancospino, in particolar modo dei suoi fiori, sono conosciute fin dal Medioevo. E’ un eccellente regolatore dell’attività cardiaca: viene utilizzato per contrastare l’ipertensione, l’arteriosclerosi e le palpitazioni. Ha un’azione coronaria-dilatatrice, vasodilatatrice e fa risparmiare il consumo di ossigeno da parte del muscolo cardiaco. È indicato nei casi di angina pectoris, nelle nevrosi cardiache, negli stati di ipereccitabilità con aritmie . Le sue proprietà antispasmodiche e calmanti combattono l’insonnia e gli stati di angoscia. E’ utile in caso di vene varicose, nei disturbi della menopausa, in caso di vertigini e ronzii alle orecchie. Sovente, il decotto di frutti o l’infuso di fiori vengono impiegati nelle affezioni delle vie respiratorie, nelle infiammazioni delle mucose della bocca e delle gengive: fare bollire in 1 lt. di acqua, per 15 minuti circa, 100 gr. di frutti essiccati; lasciare raffreddare, colare e prenderne 2-3 tazze al giorno. La corteccia possiede proprietà febbrifughe, le foglie e i frutti sono astringenti, antidiarroici e antiscorbutici. Il biancospino in cucina, oltre ad essere utilizzato per risotti e zuppe, viene impiegato nella preparazione di un ottimo vino medicinale: mettere a macerare in un litro di vino bianco secco 50 gr. di fiori essiccati di biancospino e 100 gr. di vischio. Dopo una settimana, filtrare e conservare in una bottiglia di vetro. Prenderne un bicchierino prima dei pasti principali, oppure 5-6 cucchiai al giorno. I frutti del biancospino vengono usati per confezionare una delicata marmellata.

Repertòre di èrbe e piante bergamasche de mangià (tratto dal libro “Profumi e sapori di un tempo”, a cura di Cristian Bonaldi
con la consulenza di Bonaldi Ruggero e Innocenti Maurizio – Corpo Forestale dello Stato)