Terra bergamasca, che il Serio bagna e il Brembo innonda
Cosi' Torquato Tasso intorno al 1570 in un sonetto descriveva la terra di Bergamo. La fama di questo fiume e' in effetti legata nella storia al suo carattere impetuoso, ai suo scoppi d'ira improvvisi, alla sua furia devastatrice che periodicamente seminava lutti e rovine lungo tutto ilo suo corso. L'ultima alluvione e' quella del 1987 e da esso hanno preso le mosse imponenti lavori di bonifica idraulica e forestale e di ristrutturazione di tutta la viabilita' di fondo valle che dovrebbero oggi garantire la massima sicurezza. Ma il brembo, naturalmente, non e' stato solo questo. Lungo le sue rive e quelle dei suoi affluenti per secoli hanno funzionato segherie, mulini e fucine. E' del '500 un disegno di Leonardo che ne rappresento' il corso. Sino alla fine dell' 800 in esso venivano convogliati per la fluitazione migliaia di "bore" e "borrelli", tratti poi a riva per la lavorazione nei paesi di fondo valle o ad Almenno e a Ponte San Pietro. Negli anni '20 e '30 sono sorte numerose centrali idroelettriche che hanno sfruttato le acque del nostro fiume favorendo l'industrializzazione della valle e della pianura. A causa delle numerose derivazioni, oggi il Brembo non e' piu' quel fiume quasi maestoso che possiamo ammirare nelle vecchie caroline., ma ancora molto e' quello che ci dona: le sue cascate spumeggianti, i laghetti trasparenti, le sue bizze e i suoi brontolii nel letto di pietra, le rapide dove scivolano sinuose le canoe, i suoi rari ma deliziosi riposi nelle anse. E ancora quei "pesci delicatissimi" di cui parlava uno storico del '600. Il Laghetti Alpini, il suo corso principale e i suoi affluenti sono infatti il paradiso di centinaia di pescatori che in essi possono trovare trote fario ed irideee, sanguinerole ma anche trote marmorate, temoli, salmerini e gamberi. L'Alluvione del 18 Luglio 1987 Primo pomeriggio di sabato 18 Luglio 1987. E' una giornata piovosa, come del resto tante di questa estate, a Piazza Brembana, San Giovanni Bianco, a Zogno la pioggia cade fitta, fastidiosa; il traffico e' quello intenso dei fine settimana estivi, ma in strada c'e' poca gente e l'atmosfera e' piuttosto sonnolenta.
Qualcuno si affaccia alla finestra che da' sul fiume e comincia a notare qualcosa di strano. Si, d'accordo. Che il Brembo sia in piena e' cosa ovvia. Ma non e' normale che il livello dell'acqua salga in maniera cosi' rapida, di minuto in minuto. Molti incuriositi, scendono a vedere cosa succede e sui ponti si formano piccoli capannelli. L'acqua continua a salire a vista d'occhio e turbina in maniera sempre piu' rapida e spettacolare. La corrente si infrange rumorosamente contro le arcate dei ponti dove rimangono inpigliati rami, tronchi d'albero, detriti di ogni genere. Arrivano i Vigili che invitano la folla sempre piu' numerosa ad allontanarsi. A San Giovanni Bianco e San Pellegrino Terme i ponti vengono transennati e chiusi alla circolazione. Cominciano a circolare le voci piu' strampalate: che sia crollata una diga in alta valle ? ... Si qualcosa e' successo lassu'. Un nubifragio vero e proprio si e' scatenato sulla Valtellina e sul ramo del Brembo di Olmo scaricando un impressionante quantita' d'acqua. La portata del Brembo in quelle ore sara' stimata a monte di San Giovanni Bianco in oltre 500 mc. al secondo, rispetto alla media stagionale di 30 mc/s. Ed e' una vera fortuna che i bacini idroelettrici dell'alta valle (Laghi Gemelli, Lago Fregabolgia, etc.) trattengano piu' di 3 milioni di mc. d'acqua che avrebbero almeno raddoppiato la portata del Fiume, con conseguenze catastrofiche. A Mezzoldo, uno dei paesi piu' colpiti, una frana ha spazzato il vecchio cimitero e interi tratti di strada sono stati ingoiati dalle acque. A Piazzatorre un fiume di fango ha sommerso il campeggio ed invaso alcuni condomini. Travolti o seriamente danneggiati tutti i ponti della Valle Stabina. Cancellata per 200 metri la strada che da Valleve sale a Foppolo. A Piazza Brembana, all'altezza del Ponte dei Fondi, il Brembo ha accatastato contro le fragili arcate detriti in grandi quantita' formando una diga che sotto l'incalzare della piena ben presto cede, provocando una gigantesca ondata. Pochi minuti dopo a Lenna franano gli argini della statale sotto il viadotto della ferrovia. Un falegname, Romeo Cortinovis, scende nel box vicino al Brembo per portare in salvo la sua autovettura ma viene imprigionato e sommerso dal fango. Cede e rovina nei gorghi una parte del vecchio Ponte delle Capre. In localita' Baracca (Camerata Cornello) macchinari e ruspe della Ditta Magnati vengono spazzati via come fuscelli. Seriamente danneggiati il Ponte di Pradinarco e quello di Orbrembo dove crolla una palazzina di due piani. A San Giovanni Bianco le acque travolgono gli argini del Lungo Brembo e invadono via Arlecchino e tutta la zona dei giardini pubblici. Tutte le case lungo il corso del fiume vengono fatte sgomberare. A San Pellegrino Terme le acque allagano in via San Carlo il piano terra della caserma dei Carabinieri le cui famiglie vengono tratte in salvo con i canotti.