Spettabile redazione,
vi scrivo in riferimento al progetto dei nuovi impianti sciistici sulle Orobie. Non faccio parte di nessun ente specifico, ma non per questo può passarmi davanti inosservato il fatto che su «L'Eco di Bergamo» si faccia tanta pubblicità a senso unico su un patrimonio come quello delle Orobie che è di tutti, non solo di chi si proclama montanaro solo perché abita più vicino di altri alla montagna e per i propri interessi la riduce così!
Guarda caso, queste di foto non le mostrano al pubblico, chi dice di rispettare la montagna e non vuole osservazioni in merito. Quella nella foto è la pista del Sole a Lizzola versione estiva. È questa la rivalutazione per la salvaguardia delle Orobie? A chi fa dichiarazioni, del tipo «Se non si fanno subito gli impianti, la valle muore», si dovrebbe rispondere che nelle Valli delle Orobie ci sono paesi che non sono morti, pur non avendo impianti sciistici, dove c'erano e sono stati abbandonati fatiscenti, il turismo non è di certo venuto meno, è solo venuto meno l'interesse di alcuni per la mancanza dei loro guadagni.
Voglio spendere due parole anche per la fauna alpina, nessuno si chiede che fine hanno fatto le marmotte, le lepri... che vivevano nelle tane che sono state distrutte o seppellite durante la costruzione della pista? Non parliamo poi del dissesto idrogeologico, non bisogna essere esperti in materia per capire che questi lavori di smottamento della montagna non portano certo ad un miglioramento delle falde. Così come l'innevamento artificiale non è di certo un toccasana per un bene già precario e che è di tutti, l'acqua. Per concludere, anche se le cose da ribadire sarebbero ancora tante e non meno importanti: «Questo progetto vale la rinuncia a tutto questo?». PS Io sono solo una delle tante persone (per fortuna...) che ama le nostre Orobie e pur essendo uno sciatore, di certo se il prezzo da pagare è così alto ne faccio volentieri a meno.
Patrizio Alborghetti Nembro
Dove l'ha vista questa «pubblicità a senso unico»? Forse le sono sfuggiti gli articoli e le lettere di chi ha preso posizione contro il comprensorio...
Ci sembra però scorretto attribuire a generici «propri interessi» o peggio a «guadagni» o «speculazioni» un progetto che ha il sostegno tra l'altro dei sindaci, della popolazione locale, delle Comunità montane e della Provincia. In gioco c'è il destino delle nostre valli e di chi le abita, alle prese con problemi che non possono essere liquidati banalmente né risolti richiamandosi alla sola tutela dell'ambiente, che peraltro sta a cuore a tutti. Su un piatto della bilancia c'è un progetto finanziato con obiettivi chiari, sull'altro una serie di controproposte vaghe (almeno per ora), oltre a molti veti. Il giornale non ha fatto altro che registrare questa disparità di sostanza.
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