Val Brembana
Riaprono i Rifugi delle Orobie, in vetta come a casa
Dal Gherardi, 45 minuti di salita, al lontano Baroni in cerca di gestore:
11 le strutture Cai Posti letto, soccorso e buona cucina sul Sentiero delle Orobie. Chiusa per lavori l'Alpe Corte
(L'Eco di Bergamo - 28/04/2007)
In quota sulle Orobie c'è un gran aprire di porte e finestre per dar aria a sale e camerate, si tirano a lucido cucine e dispense, si preparano tavoli e sedie. C'è aria di vigilia e quasi di festa, in questi giorni. Come ogni anno i rifugi del Cai si preparano per la nuova stagione. In questo scorcio di 2007 sono pronti ormai ad accogliere gitanti ed escursionisti, con un po' di anticipo rispetto al passato per la temperatura più calda e la sequenza di giornate eccezionalmente stabili. Il ponte del 1° maggio coincide con uno dei primi appuntamenti tradizionali per il ritorno alla montagna, tanto che la Sezione di Bergamo del Club Alpino ha diffuso per tempo l'elenco dei rifugi aperti che, per queste prime settimane, funzioneranno in genere solo nei giorni prefestivi e festivi; più avanti, poi, l'apertura sarà continuata.

I rifugi del Cai sulle Orobie sono 11. Con le strutture private gestite da gruppi e associazioni varie sono molti di più, ma solo il Cai è in grado di assicurare un servizio che copre l'arco di più mesi. E si tratta di un servizio che è pubblico. Nel senso che il rifugista non solo mette a disposizione, a soci e non soci del Cai, ambienti confortevoli dove riposare e una buona scelta di piatti per chi vuole pranzare o cenare, ma è anche pronto a dare l'allarme in caso di emergenze e di intervenire direttamente. Per il Cai - sottolinea il presidente della Sezione di Bergamo, Paolo Valoti - sono un autentico patrimonio che viene messo a disposizione di tutti coloro che vanno in montagna. In più i rifugi sono un presidio per la montagna stessa. Il Cai ogni anno spende una cifra notevole per mantenere e migliorare questi rifugi e in più si impegna a tenere in efficienza e ben segnalata tutta la rete di sentieri sulle Orobie, in modo particolare quelli che fanno capo ai rifugi stessi.

Chi desidera trascorrere una giornata in rifugio può scegliere tra le proposte più varie. Il più lontano e il più faticoso da raggiungere è il rifugio Baroni; all'Alpe Corte si arriva invece in un'ora circa; al Gherardi ancora meno: 45 minuti in tutto. Tra i più noti sono sicuramente il Rifugio Calvi e il Rifugio Laghi Gemelli; meno conosciuto il Tagliaferri, che però offre, in quattro ore di cammino da Schilpario, lo spettacolare ambiente dell'alta montagna (si trova a 2.328 metri di quota), ed è dotato anche di buona cucina. Tutti i rifugi, oltre a quelli che servono come base per ascensioni ad alcune delle maggiori vette delle Orobie, possono essere utili punti di partenza per facili escursioni nella zona. Per il momento tre dei rifugi non sono ancora agibili. Per il Brunone il Cai è alla ricerca di un gestore. Al Benigni sono in corso lavori per migliorare impianti e servizi e per dare più spazio agli ospiti e al magazzino. All'Alpe Corte è iniziato il cantiere per far sì che l'intera struttura possa accogliere disabili, in gruppo o singoli con le famiglie, ma potrà comunque continuare ad essere utilizzato dagli escursionisti. I volontari si faranno carico della gestione per almeno un paio di anni. Con questo nuovo progetto il Cai avrà un'altra Casa della montagna come il Palamonti. Meno importante e imponente dell'edificio di via pizzo della Presolana, ma in quanto a valori umani e di solidarietà per l'alpinismo e più in generale per il mondo della montagna bergamasca, l'Alpe Corte non sarà sicuramente da meno.




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