In Regione si starebbero profilando nuove manovre per i fondi della legge Valtellina (la numero 102 del 1990) da destinare alla Valle Brembana. Si tratta di un'ultima tranche di 8 milioni di euro, per completare i finanziamenti spettanti alla Bergamasca, dopo l'alluvione del 18 luglio 1987. A Milano si starebbe valutando l'ipotesi di confermare 5 milioni di euro (compresi quei 2,8 milioni al centro, nei mesi scorsi, di un fuoco incrociato tra Provincia di Bergamo e Lega), chiedendo invece un passo indietro per la restante quota (circa tre milioni di euro), da dirottare» in Valtellina, probabilmente sulla ex statale 38. Opera per la quale si chiederebbe un sacrificio anche ad altre Province, come Brescia e Como. La decisione finale sarà oggetto di una trattativa politica che nei prossimi mesi coinvolgerà le parti (Provincia e Regione). Per ora non c'è niente di ufficiale, anche se le linee sarebbero già contenute in una nota dell'assessorato lombardo al Territorio.
Una cosa sarebbe però quasi certa: si stanno avvicinando quei 2,8 milioni di euro ballerini che, secondo il Carroccio, la Provincia rischiava di perdere per il ritardo con cui aveva presentato sette progetti (per messa in sicurezza di strade e recuperi ad
Averara,
Santa Brigida, Ambria-Camanghè, Ca' San Marco,
Piazzolo,
Ornica e
Taleggio). Accusa sempre rispedita al mittente da via Tasso. In discussione, però, ora ne resterebbero, quindi, quasi altri tre. Di legge Valtellina, intanto, si è parlato ieri a Livigno in un convegno organizzato dal gruppo consiliare regionale della Lega, per fare il punto della situazione a 20 anni dall'inondazione che fece cinque vittime anche in Bergamasca. Presenti gli assessori regionali Davide Boni (Territorio e urbanistica), Massimo Zanello (Culture, identità e autonomie locali) e Luciano Bresciani (Sanità), insieme ai presidenti di sei Comunità montane coinvolte: cinque della provincia di Sondrio e una di Bergamo, quella appunto della Valle Brembana (assente la Valcamonica). Tra i promotori della giornata, il bergamasco Giosué Frosio, consigliere regionale leghista.
Il convegno non è stato fine a se stesso - spiega - ma per maturare alcune riflessioni su quello che è stato fatto e quello che ancora si dovrà fare. Con due convinzioni: Diciassette anni per l'attuazione della legge (risale al 1990, ndr) sono troppi. E nella Bergamasca si sono fatti degli errori che invece in Valtellina non ci sono stati. In Valle Brembana, infatti, si è partiti con interventi sulla viabilità "alta", lasciando i budelli di
Zogno,
San Giovanni Bianco e della Villa d'Almè-Dalmine, dove la situazione della mobilità è sotto gli occhi di tutti. L'obiettivo di Frosio - che ha chiesto un minuto di silenzio per ricordare tutte le vittime dell'alluvione - è poter organizzare prossimamente un incontro anche in Bergamasca. Il presidente della Comunità montana Valle Brembana Piero Busi ha invece invitato la Regione a dare maggiore centralità al ruolo dell'ente montano. Sia affidandoci la gestione e manutenzione dirette del territorio - spiega - sia coinvolgendoci nelle scelte che riguardano i prossimi finanziamenti della legge Valtellina, se mai ci saranno altre risorse disponibili, oltre a quelle per i sette progetti già presentati. A questo proposito, Busi ha chiesto a Boni una nota riepilogativa, per conoscere quanti soldi potrebbero ancora arrivare. Il presidente della Comunità montana brembana ha indicato poi come priorità per il rilancio socio-economico della montagna la viabilità e gli sport invernali, facendo un breve excursus sulle Zps (Zone di protezione speciale), che presto dovranno essere disciplinate da Regione e ministero dell'Ambiente. Anche qui chiediamo che le regole non vengano calate dall'alto.