VALLEVE: La stagione sciistica a
San Simone-Valleve è a rischio. Il Tribunale amministrativo regionale di Brescia ha accolto, in meno di 12 ore, il ricorso presentato dalla "San Simone evolution", la società del "London Group" amministrato dall'architetto zognese Gianfranco Quarti, e ha bloccato i lavori, in corso da inizio ottobre, per la realizzazione della nuova seggiovia triposto Sessi-Cima Siltri (per un costo di un milione e 400 mila euro).
L'impianto avrebbe dovuto sostituire le seggiovie Sessi e Forcella, la cui vita tecnica è scaduta e per le quali è obbligatorio lo smantellamento. Il prossimo 19 novembre, inoltre, scadrà anche la vita tecnica della seggiovia Camoscio. E a quel punto, a San Simone, rimarrebbero funzionanti la scuola sci e la seggiovia Colla (che arriva a metà pista). "Troppo poco - dice il sindaco di Valleve Santo Cattaneo - per far funzionare la stazione". A meno di una decisione diversa, in tempi brevi, del Tar di Brescia quindi, dopo trent'anni la stazione sciistica di San Simone rischia di non aprire. "Il presidente del Tar - spiegano dalla "San Simone evolution" - ha sospeso il decreto di occupazione che era stato emesso dai Comuni a diritto della salvaguardia delle proprietà private. Si trattava di un'occupazione abusiva e come tale il Tar ha accolto la nostra richiesta in meno di 12 ore: abbiamo presentato il ricorso giovedì mattina e in serata il presidente del tribunale aveva già emesso decreto di sospensiva. I lavori erano iniziati il 2 ottobre, addirittura prima del 16, fissato dai Comuni come data di convocazione per la presa di possesso dei terreni".
"Se la stagione sciistica non partirà non è colpa nostra - proseguono dalla "San Simone evolution" -. Dopo che Tar e Consiglio di Stato ci hanno dato ragione, annullando la requisizione degli impianti di San Simone e
Foppolo da parte dei Comuni, le proprietà non ci sono ancora state restituite. Quindi non possiamo intervenire per gli eventuali lavori di manutenzione sulle seggiovie. Del cantiere abusivo a San Simone, in particolare degli sbancamenti effettuati a monte e all'arrivo della pista per realizzare la seggiovia, abbiamo presentato denuncia ai carabinieri di Branzi, informando prefettura, Comunità montana, Parco delle Orobie e Corpo forestale. Gli interventi, infatti, stanno avendo un forte impatto ambientale".
Replica il sindaco di
Foppolo Beppe Berera, presidente della "Brembo Superski", società costituita dai Comuni di
Foppolo,
Valleve e
San Simone: "Il provvedimento del Tar ci sorprende: la "San Simone evolution", infatti, nel ricorso ha dichiarato di essere proprietaria di tutti i mappali su cui si sta realizzando la seggiovia. Invece, dei circa 20 mila metri quadrati di terreno, solo la parte iniziale e quella finale della pista sono di sua proprietà. I lavori, quindi, continueranno comunque sui terreni del Comune di Valleve. I lavori per la seggiovia hanno avuto il via libera dalla Conferenza dei servizi, quindi da tutti gli enti interessati. Il provvedimento del Tar è incomprensibile".
"Quanto accaduto è assurdo - aggiunge il sindaco di Valleve -. Si stanno vanificando i sacrifici che i Comuni stanno facendo per salvare la stagione sciistica. E, saputo del provvedimento, purtroppo, alcuni operatori economici si sono presentati in municipio pronti a depositare le licenze commerciali, di alberghi e ristoranti, se la seggiovia non sarà realizzata. A San Simone, infatti, lavorano, tra maestri di sci e operatori del settore ricettivo, almeno tra le 70 e le 80 persone. E il tempo stringe: in cima alla pista, a quota 2 mila metri (dove ci sono le proprietà della San Simone evolution, ndr), tra poco potrebbe iniziare a nevicare. E allora, difficilmente, si potrà proseguire con i lavori".